Furto di Identità: quali dati proteggere?
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La truffa sul rilascio dei Green Pass falsi ha gettato una luce ancora più inquietante sul furto d’identità, un illecito che affonda le sue radici ben prima della diffusione di internet.
Per ottenere il documento, approvato definitivamente in Italia il 17 giugno 2021, è necessario aver ricevuto la somministrazione di almeno una dose di vaccino antiCovid-19.
Purtroppo, una parte di chi non intende seguire l’unica procedura possibile, sia dal punto di vista legale che etico, si è rivolta a soggetti dall’identità non verificabile, che hanno promesso l’emissione di Green Pass falsi in cambio del pagamento di una somma di denaro.
L’iter seguito è lo stesso: attraverso il passaparola, chi cerca un Green Pass falso accede a un gruppo social, in cui si accorda con una persona di riferimento per la transazione, che prevede l’invio della carta di identità e del codice fiscale.
L’inoltro di questi documenti e il versamento, quasi sempre in Bitcoin, sono sufficienti per innescare il meccanismo di truffa, perché gli acquirenti non ricevono nulla di quanto promesso e, quando chiedono spiegazioni, la risposta è un ricatto.
Il truffatore intima al suo interlocutore di versare una somma di denaro, sempre in criptovalute; in caso contrario, pubblicherà e diffonderà le generalità del soggetto coinvolto.
Oltre a questo, il malintenzionato risulta in possesso, praticamente a tempo indeterminato, di documenti di identità con cui può intraprendere altre azioni criminali.
L’invio dei propri documenti personali a sconosciuti, che nel caso dei Green Pass falsi si identificano essi stessi con supporti digitali rubati ad altri utenti, implica un rischio enorme, dai risvolti potenzialmente spiacevoli e problematici.
Il furto d’identità, infatti, sfocia quasi sempre nella frode d’identità, che si concretizza nell’utilizzo dei documenti di identità delle vittime a scopo di estorsione o per effettuare trasazioni illecite.
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