Attenzione a tutta la posta elettronica in entrata
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Com’è stato già detto, le email sono il veicolo principale non solo per l’infezione dei virus informatici, ma anche per tutta un’altra serie di tentativi di hacking, anche mediante l’impiego di siti esterni, come nel caso del phishing. Quest’ultimo è diffusissimo, è modo truffaldino di ottenere le informazioni tramite l’utilizzo della copia di un sito che necessita credenziali, come potrebbe essere, ad esempio, il sito del proprio conto Postepay, PayPal o altri servizi simili. Cliccando sul link fasullo, inserendo le credenziali, si mandano così le informazioni al malintenzionato, che potrà disporre del conto in banca del malcapitato come meglio crede. Altri metodi di hacking sono legati ad eventuali file infetti contenuti negli allegati del messaggio di posta. Pertanto, sia nel caso dello spam finito nella cartella indesiderata, che nella posta finita tra i messaggi in arrivo, bisogna avere la massima cautela. Anche se il contenuto sembra importa e urgente, non aprire in nessun caso il file allegato se non si è assolutamente certi del contenuto, che può essere, all’occorrenza, valutato con un controllo preventivo dal plug-in browser di alcun tra i principali antivirus presenti in commercio.
Ci sono tuttavia altri accorgimenti che si possono prendere per evitare di incappare in malware, primo fra tutti, il controllo del dominio dell’indirizzo email del mittente, il quale deve essere certificato e realmente legato all’azienda enunciata nel corpo della mail.
In seguito, è importante evitare file che abbiano estensioni sospette come .PIF, .JAR, .EXE, .CMD, .JS, .BAT, .PS1, .PS2, .REG e così via, si possono trovare delle liste complete online. Nel caso, invece, di documenti Word che hanno l’impostazione macro attiva, è opportuno disattivare quest’ultima, poiché potrebbe celare file malevoli. Lo stesso vale per gli archivi compressi in .ZIP e .RAR, da maneggiare con altrettanta cautela.
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