Marijuana legale: un mercato in costante crescita
Quello della marijuana light è un settore che non sembra registrare alcuna crisi e non accenna minimamente a fermarsi. Nei prossimi anni, considerate le ultime stime, questo mercato continuerà ad evolversi sempre di più, non solo negli USA, ma anche in Europa.
Per quanto poi riguarda l’Italia, bisogna considerare gli aspetti legati alla legalizzazione, che sono sempre più attuali e oggetto di numerosi dibattiti.
In ogni caso, almeno sul piano internazionale, stiamo assistendo a una maggiore apertura mentale, perché finalmente sono chiare le interessanti opportunità economiche derivanti dal processo di legalizzazione, nonché i benefici della cannabis light per il benessere fisico e mentale.
Cannabis legale: una risorsa economica preziosa
Come noto la marijuana, ricavata dai fiori essiccati della cannabis femminile, viene oramai pacificamente classificata fra le droghe leggere. Le varietà disponibili sono numerose ma la Sativa è sicuramente quella maggiormente diffusa, considerati i livelli di cannabidiolo e THC racchiusi nei fiori.
Chi analizza il mercato della cannabis sa bene quanto sia variegato, complesso e per certi aspetti complicato. Bisogna infatti considerare che gli anni di proibizionismo hanno fortemente influenzato le normative, nonostante le proprietà positive di questa pianta siano ampiamente, nonché impiegate in svariati settori economici. Negli ultimi tempi l’interesse degli addetti alla coltivazione si è inoltre maggiormente focalizzato proprio sul grande potenziale delle infiorescenze.
Proprio nei fiori si concentra il maggior numero di terpeni e cannabinoidi, ovvero principi attivi che determinano la qualità, cioè il valore economico della mariguana light.
Allo stato attuale inoltre occorre far presente che i prodotti a base di principi attivi non stupefacenti sono maggiormente diffusi non solo presso punti vendita fisici, ma anche in negozi specializzati, tabaccai e soprattutto online. Le aziende riportano sulle etichette di questi prodotti la dicitura ‘per uso tecnico’, in modo da sfruttare la zona grigia della legislazione italiana in materia di canapa industriale, che per l’appunto non vieta la commercializzazione di tali articoli.
In passato, grazie all’entrata in vigore della Legge n. 242/2016, l’Italia aveva compiuto enormi passi in avanti volti allo sviluppo e alla regolamentazione di una filiera di canapa. A tal riguardo, la spesa media mensile sostenuta dai consumatori abituali di cannabis light si è attestata intorno a 60 euro. Questo spiega come mai, a partire dal 2016, sono state avviate molte start up che hanno favorito l’imprenditoria agricola e commerciale. Il giro d’affari, invece, ha registrato circa 300 milioni all’anno, generando oltre 10.000 posti di lavoro e quindi maggiori introiti per il Fisco.
I vantaggi di questo mercato non sono comunque solo di natura economica, perché vanno ricercati anche nell’ambito della salute. Prodotti alternativi, meno dannosi rispetto alla cannabis stupefacente o al tabacco, sono infatti in grado di sostituire altre sostanze ammesse, quali alcol e farmaci. Più nel dettaglio, si è scoperto che molte volte le soluzioni a base di canapa si rivelano maggiormente efficaci nel trattare specifiche patologie rispetto ai tradizionali medicinali.
Il mercato legale della canapa light nel passare del tempo è riuscito a contrastare altri canali illegali della cannabis, così da ridurre in modo significativo la diffusione di altre sostanze stupefacenti, quali quelle derivate dall’oppio.
La regolamentazione della cannabis light
Si deve alla Svezia l’espansione del mercato delle infiorescenze di canapa, perché si è occupata di elevare il limite del THC all’1%, regolamentando allo stesso tempo la commercializzazione dei prodotti da inalazione. Intanto anche altri stati europei si sono mossi in tal senso, ovvero implementando una regolamentazione articolata sulla marijuana light.
Belgio, Austria e Lussemburgo sono riusciti a conseguire interessanti vantaggi fiscali e a partire dal 2022 la Repubblica Ceca rappresenta il primo paese europeo ad aver aumentato le concentrazioni di THC all’1%, così da allinearsi con la Svizzera e altri stati extra europei impegnati nella produzione di biomassa.
Merita poi una segnalazione la Germania, che da previsto la legalizzazione della cannabis nel programma di governo, mentre i Paesi Bassi e la Spagna continuano a perseguire politiche tolleranti sulla produzione e l’uso di questa sostanza.
Per ciò che riguarda l’Italia, la recente proposta di referendum sulla legalizzazione, non sembra far sperare nulla di profondamente rivoluzionario. Ad oggi, nonostante i progressi fatti nel resto d’Europa, il nostro stato non vanta una regolamentazione chiara e completa dei prodotti a base di canapa da inalazione. Ecco come mai sul mercato locale è abbastanza facile reperire prodotti di varie forme, come ad esempio resine, vaporizzatori, sigarette elettroniche o trinciati.
L’erba legale e la mancata regolamentazione
L’assenza di un’adeguata regolamentazione del mercato della cannabis non solo ha abbassato il giro d’affari di almeno 200 milioni di ricavi, ma ridotto drasticamente la crescita occupazionale, mandando in fumo migliaia di posti di lavoro. Naturalmente sono state sprecate le risorse di pubblica sicurezza.
La mancata regolamentazione si rivela inoltre un ostacolo per l’innovazione, che finisce per mantenere l’Italia in una posizione di svantaggio rispetto agli altri stati e sul piano internazionali. A pagarne le conseguenze sono poi i consumatori finali, i quali non possono contare su certe garanzie, come ad esempio la tracciabilità e la qualità dei prodotti.
La cannabis legale, almeno in Italia, non sembra essere un risultato così scontato e semplice da raggiungere. In tutti i casi, il valore di un potenziale mercato completamente legalizzato non costituisce soltanto un beneficio strettamente economico, perché secondo gli ultimi dati la marijuana illegale si rivela la sostanza più usata e diffusa fra uomini e donne. Se fosse legalizzata, non si farebbe altro che sferzare un durissimo colpo alle casse delle mafie.
Le ragioni della mancata legalizzazione sono numerose, ma la questione sembrerebbe essere più di natura generazionale che morale. I giovani, infatti, sono maggiormente propensi alla legalizzazione a scopo ricreativo. Il proibizionismo è quindi insito sul piano culturale, per questo è importante sensibilizzare al cambiamento e informare sulla reale applicazione della cannabis.
Insomma le conoscenze sulle numerose proprietà benefiche per l’uomo si rivelano il fattore determinante per spingere al commercio legalizzato. Del resto il numero dei consumatori non cessa di crescere, ma occorre sempre fare acquisti consapevoli e per questo sarà possibile puntare su cbd shop legali, in cui poter trovare un vasto assortimento e prezzi altamente concorrenziali.
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Queste attività lecite commercializzano nel rispetto dei limiti massimi di THC e utilizzando solo sementi registrate a livello europeo. L’acquirente è comunque chiamato a fare un uso del prodotto consono, ovvero non differente per il quale è stato concepito.
Intanto da più parti si spera che i governanti possano intervenire quanto prima per regolamentare questo mercato, regolamentando in modo minuzioso una normativa abbastanza lacunosa che ha solo finito per creare tanta confusione fra gli acquirenti, vuoti legali e numerose zone grigie.
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